Testi Critici

“ICONE ON THE ROAD

Il Cinema in Pittura

La contaminazione tra cinema e pittura è uno degli aspetti più interessanti del panorama artistico del nostro tempo. Fin dalla sua nascita il cinema ha instaurato con l’arte un rapporto di reciprocità basato su esperienze di scambio e di confronto che hanno ampliato sensibilmente le possibilità espressive e linguistiche proprie dei due mezzi.

Attraverso una serie di immagini iconiche, che ripercorrono con estrema libertà creativa e grande originalità la storia del cinema degli ultimi sessant’anni, Guido Palmero ci accompagna in un seducente viaggio a ritroso nel tempo. Un mondo straordinario e affascinante, messo in luce dallo sguardo sagace e penetrante dell’artista, che riesce mirabilmente a cogliere, fissandola in una sola immagine sottratta al flusso della continuità visiva, l’essenza – il mood, diremmo oggi – del film. Ogni sua opera è una sospensione nel mezzo di un’azione, un’istantanea che possiede la freschezza e l’immediatezza delle immagini catturate al volo, sebbene il risultato pittorico sia in realtà il frutto di una tecnica elaborata, assai complessa e meticolosa.

I protagonisti delle sue opere sono in viaggio, sorpresi all’interno degli abitacoli delle auto o in sella alle motociclette in corsa: parlano, sorridono, gesticolano, osservano e sono osservati. L’attenzione dell’artista si concentra sui volti, sugli sguardi, sulle situazioni, non tanto – e non solo – per ritrarre gli intramontabili miti del cinema, ma soprattutto per lasciare all’osservatore la possibilità di immaginare ciò che accade fra di loro, di intuirne i pensieri, di entrare in intima relazione con le loro emozioni, in quella zona del “non detto” che lascia aperte infinite possibilità interpretative.

È la leggerezza la cifra stilistica di Guido Palmero. Una leggerezza “pensosa”, per usare un’espressione cara a Calvino, che non ha nulla a che vedere con la frivolezza, con l’inconsistenza. È una reazione al peso del vivere, un modo per stimolare la riflessione osservando la realtà con occhio ammiccante, è “planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”, è l’agile salto dell’artista che si solleva sulla pesantezza del mondo.

Ma l’immaginario cinematografico non può rivivere se non dietro e dentro la techne, il fare operativo che da anni ormai contraddistingue il lavoro dell’artista: la trovata geniale di recuperare vetri di automobili, lunotti, portelloni e parabrezza, restituendoli a nuova vita, gli consente di dare consistenza materica all’immagine “smaterializzata” del cinema, di trasporla sul piano figurativo e mimetico introducendo una pausa di riflessione, un respiro, una cesura nel fluire incessante del tempo.

Le opere proposte in questa mostra – fra le quali figura il lavoro realizzato dall’artista per il monumento al generale Carlo Alberto dalla Chiesa come opera a sé stante – sono il frutto di una lunga attività di retropittura, precisa e accurata, condotta con grande sapienza tecnica; un ritorno a un modo di dipingere “artigianale” che qualifica da sempre la nostra storia dell’arte.

E a noi non resta che lasciarci sedurre da quegli sguardi, dalla forza di penetrazione di quei volti e dalla loro potenza fascinativa, con un poco di nostalgia per un mondo che è lo specchio dei nostri sogni, dei desideri, delle emozioni e talvolta delle nostre paure.

                                                                                                       Carla Bianco

                                                                                                           

Altro esempio d’Arte Contemporanea particolare
e usufruibile a livello universale.  l’Elogio è dovuto

La sorprendente pittura di questo artista dichiara da sempre la sua immaginifica interpretazione di polivalenti esperienze, desideri, compulsioni, avventure, attese ma anche sorprese, gaiezze e chissà quanto altro che, nell’insieme provoca quella curiosità e quella stimolante attrazione di cui diversi autori di dipinti attuali non ha proprio conoscenza e tantomeno specifica capacità. Fin dalle prime elaborazioni Guido Palmero, s’è reso testimone di fantastiche emozioni, quando non sommerse inquietudini e stati d’animo propri, che hanno svariato, influendo sul suo lavoro, dalla gioia alla tristezza dal brio alla malinconia, dove l’artigianalità basica del  pittore è sempre fatta salva ed evidente. La sua lunga esperienza è stata poi coniugata in tanti anni d’attività, dallo studio sempre commisto di storia dell’arte e di ricerca, oltre che di confronto e d’incontro con i tanti colleghi che nel tempo hanno avuto la ricca funzione di terza scuola ulteriore che, superata quella della vita reale, gli ha permesso di rasentare il classico borderline.
Un suo particolare fil rouge di corposa umanità è sempre rimasto in bilico tra le suddette sensazioni senza mai propendere per l’una o per l’altra, optando inconsapevolmente per una sorta di artistico report di cronaca e di ogni spaccato di vita istoriata che diventa di consapevole rispetto del contesto culturale dal quale non si distaccherà mai in tutta la sua vita produttiva. La sua personalità, condita anche di sobria modestia, però a un certo punto l’ha voluta accentuare dandosi un’esclusiva di servizio, fissando le sue emotive creatività, fuggendo dalle tele, dalle tavole e anche dal vetro tout court, planando docilmente e in modo così piacevole ed esclusivo su cristalli di finestrini di  macchine di ogni tipo, dei parabrezza, o dei lunotti, dei deflettori, senza dimenticare gli specchietti e senza, per questo, limitarsi alle vetture ma sfidando anche l’indocile applicazione pittorica anche sui parabrezza di scooter e moto.
Oggetti, accessori e materiali che hanno da sempre funzioni legittimate da affidabilità, che prevengono, se ben curati, nelle stagioni invernali formazioni di ghiaccio e brina o nelle stagioni estive l’effetto lente causato dal sole responsabile dell’anticipato danneggiamento delle plastiche e, nel caso degli scooter o delle moto, l’ingiallimento a sua volta responsabile di un’indebolita sicurezza stradale.  Se proteggere dagli agenti esterni è la loro funzione originale, ma anche temporale, grazie alla trasformazione artistica che sa trasfondere la creativa genialità di Guido Palmero, diventano oggetti immortali se è vero come è vero che finiscono ricoverati e ben protetti in case, gallerie e musei. Un’opera la sua, tutt’oggi composta di elementi autonomi creati sulla base di un codice linguistico eccellente perché universalmente leggibile, e reso ancora in età matura, con uno stile proprio, personalissimo dal realismo sensuale, al contempo molto originale, dimostrando eccellenti doti di fine dicitore e insieme di sintesi costruttiva evitando accuratamente quella marea magmatica di orpelli e sproloqui pittorici ormai di esponenziale produzione universale
Per la sua duttilità può anche definirsi pittore di genere, romantico quando si tuffa nei suoi racconti di vita quotidiana; ma il distinguo e la sua firma lo consegnano ad una genia di autori che, non potendo certo appartenere alla plebe dei pittori di routine, semmai lo aggiunge a nomi di rango che sono passati alla storia per l’invenzione esclusiva della loro “lirica” descrittiva. Sa in effetti produrre una cultura visuale nata e tratta da una forte istintiva capacità di contrasti, da una griglia compositiva inusitata e originale, utile ed efficace perché anche nelle piccole dimensioni riesce a generare grandi scenografie. Per questo la pittura dell’artista e il coinvolgimento umano della sagace oltre che accattivante sua geniale “trovata”, li esclude dal malessere decretato dal famoso proverbio francese “Tout passe, tout casse, tout lasse” e, anzi, immettendoli nella glorificazione della natura, in quanto si insinuano nell’ecologia salvata perché esclusi da sicura deturpazione e macerazione, conferisce loro un aumentato valore e rende la loro vita imperitura perché gradevole anche ai posteri.
                                                                                   Dott. Gastone Ranieri Indoni

Gen 27

LAMPI AL PARABRISE

In Genova per noi Paolo Conte, dopo averci fatto tornare “ai nostri temporali”, ci dice che per noi, qui e ora, “il sole è un lampo giallo al parabrise”. E ci colloca subito (noi) in ambito, potremmo dire, minimalista (già che ci troviamo a parlare di arte). Sicuramente il Grande [...]
Gen 15

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Gen 15

GUIDO PALMERO E LA SUA “MOVING ART”

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Gen 15

“IL PENNELLO E’ IL MIO OBIETTIVO”

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